Al primo piano dell’antica palazzina veneziana, in un angolo di Campo Santo Stefano nel sestiere di San Marco, c’è una stanza a sé. Poco più di otto metri quadrati a cui è affidato il racconto di un’altra storia.
La camera di Miss T.V. (Miss T.V.’s room) è un luogo intimo in cui Massimiliano Camellini negozia la dominante emotiva dello stupore con la lucidità di uno sguardo consapevole del ruolo documentario affidato al mezzo fotografico.
Per Margherita (detta Titti) Vitalba il suo papà disegnò e fece realizzare gli arredi della camera da letto, proprio come fosse la cabina di una nave.
La cura dei dettagli, su cui Camellini indugia nel puntare l’obiettivo, è quella carezza amorevole di un padre verso l’amata figlia. Il sapore retrò diventa, allora, un dispositivo della memoria che cerca e trova connessioni tra il passato e il presente.
Se il bianco e nero delle immagini fotografiche assorbe le cromie del tessuto floreale e dei porta lampada, fa tuttavia emergere altri particolari come la brillantezza dei vecchi interruttori elettrici di porcellana. Anche lo specchio riflette l’ipotesi di futuro catturata dall’hic et nunc, lasciando sempre ampio margine all’immaginazione. Le iniziali TV si ripetono nel legno, insieme al motivo iconografico della margherita del nome e della vite bianca del cognome.
Il viaggio continua nello spazio e nel tempo, cullato dalla sonorità delle acque increspate della laguna e del mare aperto della fantasia.
Manuela De Leonardis