Il laboratorio dell’ossessione | 2010

Il lavoro del creativo di effetti speciali per il cinema può essere visto come creazione (o ri-creazione) di personaggi, attraverso i resti delle sue opere; si può anche cogliere il suo passato, ed al medesimo tempo il presente costituito dall’esito della riproduzione dell’uomo da materia prima inanimata, come sempre ricorre nella storia, nella letteratura, e nel cinema nuovamente. 

Si è sempre cercato di raffigurare, di rappresentare, di ricreare, nella storia dell’uomo; l’esempio classico è la creatura di Victor Frankenstein, prima ancora il mito di Prometeo, e altri.

I resti della materia sono le prove di creazione dell’uomo di cinema, ma sono anche figure, immagini, sentimenti, emozioni, come la creatura di Frankenstein è la prova e il risultato vivente dei sentimenti del suo “creatore”, espressione della sua forza e della sua debolezza. 

Il laboratorio dei nostri creatori è luogo della creazione per il cinema, ma è anche “museo” degli sforzi compiuti, è rappresentazione dell’orrore e dell’ossessione, come il laboratorio di Victor Frankestein è luogo di prove continue, fallimenti, incompiutezza, orrori, violazione della natura umana, sempre nell’ansia di ricreare lo « spettacolo » della vita.

Per un operatore dello « spettacolo » è lo sforzo nel creare dei personaggi a cui dare luce eterna, i quali « escano » dalle pellicole, come possono uscire dal negativo del fotografo, e che rimangano nella memoria, anche se dentro i cassetti, attaccati alle pareti, avvolti nelle ragnatele ……..